Se operi nel mondo dell’e-commerce, avrai sicuramente sentito parlare dei nuovi codici ATECO 2025 e del fatto che il vecchio codice specifico per il commercio elettronico non esisterà più dal 1° aprile 2025. Questo cambiamento, definito “epocale” e un “cambio di paradigma”, solleva molte domande e incertezze tra gli operatori del settore. Cosa significa l’addio al codice ATECO 47.91.10 per la tua attività? Quali sono le implicazioni fiscali e operative? E, soprattutto, cosa devi fare concretamente?
In questo articolo approfondiremo le novità introdotte dalla classificazione ATECO 2025 e ti forniremo una guida pratica per gestire al meglio questa transizione.
Cosa cambia con ATECO 2025 per l’E-commerce?
La nuova classificazione delle attività economiche, ATECO 2025, è entrata in vigore il 1° gennaio 2025 ed è diventata ufficialmente operativa e obbligatoria dal 1° aprile 2025. Il suo obiettivo è aggiornare e rendere più precise le modalità con cui le attività economiche vengono identificate e classificate in Italia, riflettendo l’evoluzione del mercato.
La novità più rilevante per chi opera nel commercio elettronico è l’eliminazione della distinzione basata sul canale di vendita. Fino al 31 marzo 2025, le attività di e-commerce avevano un codice ATECO dedicato, il 47.91.10, per il “Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet”. Con ATECO 2025, questo codice scompare.
Il nuovo sistema non distingue più tra negozio fisico, vendita ambulante o vendita online. La classificazione si basa ora esclusivamente sulla categoria merceologica dei prodotti venduti. Questo significa che, ad esempio, un negozio fisico che vende abbigliamento e un e-commerce che vende lo stesso tipo di prodotti avranno lo stesso codice ATECO.
Il vecchio codice 47.91.10, che identificava in modo generico l’e-commerce, si sdoppia ora in ben 96 nuovi codici ATECO che identificano le diverse categorie merceologiche.
Perché è sparito il codice ATECO specifico per l’E-commerce?
La decisione di eliminare un codice specifico per l’e-commerce deriva da un allineamento con la classificazione internazionale (ISIC) e dall’obiettivo di rendere la classificazione più aderente all’evoluzione del mercato. Il commercio moderno è ormai in gran parte ibrido, con molte attività che vendono sia online che offline. Mantenere una distinzione basata sul canale di vendita non riflette più questa realtà. Inoltre, la quota di vendita online per una stessa attività può variare nel tempo, rendendo instabile una classificazione separata.
Questo cambiamento segna un passo avanti, integrando l’e-commerce nel panorama del commercio moderno anziché trattarlo come un canale separato. Tuttavia, come sottolineato dall’Associazione italiana commercio elettronico (Aicel), la scomparsa del codice specifico rischia di creare incertezza, in particolare in situazioni straordinarie in cui una classificazione chiara è stata fondamentale per la continuità operativa. Aicel propone, a tal fine, di adottare un modello ispirato ai settori alimentare o immobiliare, con un albo o una licenza specifica per gli operatori dell’e-commerce, al fine di valorizzare le imprese serie e contrastare pratiche scorrette.
Quali sono i nuovi codici ATECO per chi vende online?
Come accennato, non esiste più un unico codice ATECO per l’e-commerce. Ora, dovrai identificare il codice corretto in base ai prodotti specifici che vendi.
Ad esempio, se gestisci un e-commerce di abbigliamento, potresti dover fare riferimento a codici come:
- 47.71.30: commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento
- 47.71.50: commercio al dettaglio di accessori per l’abbigliamento
- Potrebbe essere rilevante anche un codice secondario come 47.12.50 (negozi non specializzati con prevalenza di abbigliamento e calzature), se applicabile alla tua struttura operativa.
Questo è solo un esempio; ci sono 96 possibili nuove correlazioni derivanti dal vecchio 47.91.10, ciascuna legata a una specifica categoria merceologica.
Cosa devi fare ora: Guida operativa
Con l’entrata in vigore obbligatoria della nuova classificazione dal 1° aprile 2025, è fondamentale che tu verifichi la tua posizione e ti adegui.
Le Camere di Commercio sono responsabili dell’aggiornamento dei dati per le ditte individuali iscritte al Registro delle Imprese e dovrebbero procedere all’aggiornamento automatico dei codici. È possibile verificare il codice ATECO assegnato scaricando l’app Impresa Italia e consultando la tua Visura aggiornata gratuitamente.
Tuttavia, è cruciale che tu verifichi il codice che ti è stato assegnato automaticamente. La Camera di Commercio potrebbe aver assegnato uno dei 96 nuovi codici, ma potresti ritenere che un altro codice ATECO 2025 sia più pertinente per la tua attività.
Ecco i passaggi consigliati:
- Verifica il tuo attuale codice ATECO 2007/2022. Puoi farlo tramite il portale ISTAT o la Camera di Commercio.
- Consulta la tabella di conversione tra ATECO 2025 e ATECO 2022/2007 fornita dall’ISTAT. Questo strumento è essenziale per capire come il tuo vecchio codice si traduce nella nuova classificazione e identificare i possibili nuovi codici correlati alla tua attività.
- Identifica il codice ATECO 2025 più corretto per la tua specifica categoria merceologica.
- Verifica il codice ATECO 2025 assegnato automaticamente dalla Camera di Commercio.
- Se il codice assegnato non è corretto o non corrisponde alla tua attività, puoi richiederne la rettifica. Dal 15 aprile 2025, è disponibile un servizio gratuito di Rettifica ATECO 2025. Attenzione: sono rettificabili solo i codici ATECO 2025 che derivano da un codice ATECO 2022/2007 con corrispondenza multipla, come nel caso dell’e-commerce.
- Se la tua attività rientra in una categoria che ha subito modifiche e non sei iscritto al Registro delle Imprese, dovrai comunicare la variazione all’Agenzia delle Entrate utilizzando i modelli appropriati (AA7/10, AA9/12 o AA5/6, a seconda della tua forma giuridica).
Questo passaggio di verifica ed eventuale rettifica è essenziale per evitare problemi fiscali in futuro.
Conclusioni
L’introduzione della classificazione ATECO 2025 rappresenta un cambiamento significativo per il settore dell’e-commerce, eliminando la distinzione basata sul canale di vendita a favore di una classificazione basata sulla categoria merceologica. Sebbene questo passaggio miri a una maggiore precisione e aderenza al mercato attuale, solleva importanti questioni operative e normative.
Per gli imprenditori e i professionisti che operano online, è fondamentale comprendere appieno queste novità e assicurarsi che la propria attività sia correttamente classificata con il nuovo codice ATECO 2025. Una classificazione errata può portare a problemi con la tassazione e il rispetto delle normative.
La verifica del codice assegnato automaticamente dalla Camera di Commercio, la consultazione delle tabelle di conversione ISTAT e l’eventuale procedura di rettifica sono passaggi indispensabili.
Considerando le incertezze ancora presenti, specialmente sugli aspetti fiscali e sulla gestione quotidiana come quella dei corrispettivi e dei resi, è altamente consigliato confrontarsi con un professionista esperto. Un consulente fiscale specializzato può aiutarti a navigare tra le nuove normative, a scegliere il codice ATECO più appropriato per la tua attività specifica e a comprendere le implicazioni fiscali nel tuo caso particolare.
Non lasciare che i dubbi sulla nuova classificazione ATECO creino incertezze per la tua attività di e-commerce.
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